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Il tallone del killer di Alessandro Robecchi

Recensione scritta da Silvana Pincione

Quando ci si imbatte in un titolo curioso, e lo si interpreta come l’istinto chiede di fare, cioè in questo caso in chiave umoristica, la tentazione di andare a vedere di cosa si tratta è troppo forte.

E, a volte, com’è successo a me, si rimane disarmati. Ecco, la mia reazione è stata proprio questa: di impreparazione davanti ad un territorio, narrativamente parlando, mai battuto prima. Un giallo dalla parte di chi sta dalla parte della barricata, che obbliga quindi ad uno stravolgimento di prospettive e a sposare la visione di quelli che fanno del crimine uno stile di vita.

I due protagonisti sovversivi

Il Biondo e Quello con la cravatta: è così che si presentano i protagonisti, irrompendo in medias res con forza. Due uomini che all’autore non interessa nominare per caratterizzarli, benché nel corso della narrazione di nomi ne assumeranno parecchi e tutti rigorosamente plastificati in documenti falsi. Senza nome, dunque, ma con una vita, quella sì, tangibile, concreta: uno di loro è addirittura sposato, con figlio adolescente e moglie che lo crede responsabile di un’azienda che produce materiale strumentale di altissima precisione per le cliniche ospedaliere, che vanta contatti importanti all’estero. Già, se le entrate sono consistenti, una scusa a casa bisogna pur trovarla, così come non si possono non giustificare le troppe assenze, che obbligano a stare lontani da casa talvolta a lungo. Uccidere su commissione è un affare serio, e il Biondo e Quello con la Cravatta lo sanno bene.

Ma resta il problema del marketing, cioè l’eterna questione di come far incontrare la domanda con l’offerta: tanti hanno un rubinetto che perde, ma quanti conoscono un buon idraulico? […] Un problema di marketing, sì, ma irrisolvibile.

Che ci vuoi fare, mica possiamo mettere un cartello sui tram con scritto “Snap Srl, omicidi di alta gamma dal 2013”.

Il tallone del killer di Alessandro Robecchi

Un’azienda con bilanci e fatturati: quando il business si veste di humour nero

I due protagonisti non amano improvvisare e alla base del loro modus operandi vige l’obbligo della pianificazione. Ecco perché hanno fondato la “Snap Srl”, una vera e propria azienda che ruota con precisione millimetrica intorno a riunioni di bilancio, valutazioni di entrate ed uscite, studio approfondito di dossier delle vittime: nulla deve essere lasciato al caso. Quella di cui sono soci è “un’impresa complicata”, che per funzionare prevede “una certa schiettezza, dirsi tutto e confidarsi i pensieri più nascosti”. E la prima questione che solleva è: come ingaggiare i clienti? Un’inserzione sul giornale, opportunamente camuffata (in che modo, lascio ai lettori il piacere di scoprirlo), permetterà ai due uomini di entrare in contatto con i loro committenti e ricevere l’incarico a cui si impegneranno a fare fronte, previa ricezione del pagamento di una quota di  anticipo prevista dal servizio – quota che loro ritengono equa quando il lavoro viene svolto con tutti i crismi, ovvero con professionalità – altrimenti, per parlare il loro linguaggio, a volersi fare giustizia da soli, è facile farsi beccare e tanti saluti.

Chi paga un killer per ammazzare qualcuno, di solito, è una brava persona, non sa a chi altro rivolgersi. Se fosse un delinquente, un amico delle cosche, contiguo alla criminalità organizzata, non avrebbe di questi problemi […]

[…] il cliente tipo della Snap Srl è un buon borghese di reddito medio-alto […] desideroso di incontrare professionisti seri […]

Il tallone del killer di Alessandro Robecchi

Un giorno, però, Biondo e Quello con la Cravatta vengono contattati da una donna che vorrebbe eliminare l’amante, un uomo multimilionario che gode di una protezione tale che i due capiscono di trovarsi davanti ad un caso più spinoso e complicato del solito. E inizia qui la loro picaresca, esilarante, avventura, all’insegna di pedinamenti furtivi, inseguimenti rocamboleschi e appostamenti strategici. Per loro, che hanno sempre fatto squadra in due, di fronte alla difficoltà di colpire al momento giusto devono ad un certo punto prendere atto che da soli non ce la fanno. Ma l’incontro con una donna che sa il fatto suo potrebbe determinare una svolta alla loro carriera criminale…

L’ironia: strumento a servizio di una morale criminale e di una nuova riscrittura del codice etico

L’autore chiama il lettore a raccogliere la sfida di confrontarsi con una dimensione in cui le norme del codice etico vengono stravolte per essere reinterpretate alla luce di una morale criminale, sovversiva per sostanza e definizione, ma pure – e qui sta il primo paradosso – presentata come assolutamente coerente e incontestabile.

Un cliente può cambiare idea, certo, ma deve comunicarlo, spiegare come mai, deve scusarsi. Non è che cambi fornitore così, su due piedi, senza dire niente, lasciando quell’altro in sospeso […] In questi casi bisognerebbe prevedere una penale, forse farsi dare una caparra sull’anticipo.

Il tallone del killer di Alessandro Robecchi

E non potrebbe riuscirci in maniera tanto efficace, se non ricorresse all’ironia, il fil rouge che percorre la narrazione e caratterizza i personaggi nelle loro intenzioni e comportamenti. Un’ironia cinica e corrosiva che, peraltro, si rivela come l’unico strumento retorico e funzionale a normalizzare il Male , ontologicamente inteso come tale e non, si badi bene, a banalizzarlo – ponendolo a servizio di una realtà concreta, ordinaria, in una mescolanza che lo confonde e lo adombra, per poi ridargli sostanza e farlo riaffiorare come olio che galleggia nell’acqua.

Dopotutto, si tratta di ammazzare gente per soldi, una cosa che il capitalismo, e non solo lui, fa ogni giorno.

Il Biondo ribatte che loro non sono assassini. Cioè, sì, ammazzano un mazzetto di persone ogni anno, ma solo se qualcuno li paga per farlo, è un servizio […] un contratto. Ammazzare la gente per interessi personali, o perché ti ruba i clienti, non gli sembra etico.

Il gioco delle parti e la sospensione dell’incredulità

Ed è proprio in questo equilibrio tra azione criminale e azione ordinaria che si muovono i personaggi: così politicamente scorretti e così ligi alla loro etica professionale da risultare sì scandalosamente dissacranti, ma proprio in virtù di questo – e qui sta il secondo paradosso – irresistibili. Nel leggere le loro peripezie, ci si stupisce, ci si emoziona, l’indignazione e il giudizio lasciano spazio alla simpatia, scappa una risata, in ogni caso non si rimane indifferenti. Un gioco delle parti, quello in cui si è coinvolti, reso possibile dalla sospensione dell’incredulità, la stessa in virtù della quale l’autore può confidare nella complicità di chi legge e spogliare la materia narrativa del suo significato letterale per rivestirla di nuovi chiavi di lettura: parodistica, sarcastica, finanche comica, a seconda della sensibilità del lettore.

Registro stilistico in bilico tra realismo descrittivo e linguaggio colloquiale

Il registro stilistico che l’autore adatta alla finzione narrativa si presta molto bene alla materia trattata. Robecchi pesca a piena mani in un ricco repertorio linguistico colloquiale nella riproduzione dei dialoghi e a una tale perizia descrittiva nella resa di ambienti e scenografie, che il realismo che ne scaturisce esclude tempi morti e tiene costante l’attenzione del lettore fino alla fine.
Una combinazione vincente, dunque, che rende il discorso narrativo avvincente e induce il lettore a “divorare” le pagine.
Lettura perfetta per tutti gli amanti dell’humour nero e per tutti quelli, in generale, che non si prendono troppo sul serio.

L’autore

Alessandro Robecchi, milanese, è scrittore, autore televisivo e giornalista. Attualmente collabora con Il fatto quotidiano e TuttoLibri de La Stampa. Ha pubblicato per la casa editrice Sellerio Piovono pietre. Cronache marziane da un paese assurdo (2011), Dove sei stanotte (2015), Di rabbia e di vento (2016), Torto marcio (2017), I cerchi nell’acqua (2020), Una notte in giallo (2022), Pesci piccoli (2024)

Informazioni sul libro

Titolo: Il tallone da killer
Autore: Alessandro Robecchi
Editore: Sellerio
Pagine: 352

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Immagine in apertura di Maria Lysenko

A cura di Silvana Pincione

Sono Silvana e la passione per la scrittura mi guida da sempre lungo l’autostrada della vita. Ligure di nascita, ma abruzzese nelle radici e nel cuore, amo la letteratura e la poesia – la mia formazione classica ha lasciato il segno. Sono lettrice vorace di narrativa e di saggistica, soprattutto nei campi della pedagogia e della psicologia, e ho un debole per i gialli.
Considero i libri vere e proprie vitamine che nutrono la mente e il passaporto assoluto verso la libertà, perché non c’è niente di più potente dell’immaginazione quando si tratta di viaggiare alla scoperta di altri mondi.
Nel tempo libero mi perdo tra il significato dei nomi e la loro storia – l’onomastica è un’altra mia passione curiosa che non mi abbandona –  e condivido i miei spazi con tre gatti che adoro: Sibilla, Helios e Melody. compagni silenziosi e fedeli di tante letture.

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Tag: , Last modified: 29 Maggio 2025