Scritto da Imbrattacarte L'Imbrattacarte Pillole di scrittura creativa

Il diario come esercizio di scrittura creativa

Immagine di Erin Kohlenberg

Perché scrivere un diario?

Per tenere traccia del tempo che passa, per dare libero sfogo alle emozioni, ai pensieri, per confidare a se stessi quello che brucia nel cuore. Ma non solo, un diario può anche essere la forma d’espressione della propria essenza, una testimonianza dei cambiamenti e delle esperienze che si fanno.
Un diario è un esercizio di metodo e disciplina, come scrive Henry David Thoreau:

Un diario è un registro di esperienza e crescita, non una cassaforte per cose ben fatte o ben dette. Qui non potrò permettermi di ricordare quel che ho detto o fatto, ma ciò che veramente sono, buttata via la corteccia, e ciò che aspiro ad essere.

Di per sé, quindi, il diario è un ottimo modo per esercitare la scrittura: raccontare le proprie vicende allenandosi nella descrizione di luoghi e persone, utilizzare diverse tecniche di narrazione, permettersi di sperimentare per scoprire il proprio ineguagliabile stile.
Il diario può contenere di tutto, non c’è limite alla libertà che consente. Spesso capiterà di ritrovarvi l’ispirazione per nuovi racconti, materiale grezzo per una nuova opera: descrizioni, abbozzi di personaggi, aneddoti…

Sempre Thoureau ci insegna che:

Nello scrivere, l’arte maggiore consiste nello scoprire, quanto più presto possibile, quali siano le cose migliori che si son scritte, e saper gettar via il resto per giungere solo a esse. Anche le parti più povere diverranno più utili, se serviranno a questo scopo, come la base di una colonna.
Quanto vive e soffre lo scrittore offrendosi così spesso al pubblico! Pochi anni o pochi libri eguagliano, per lui, una lunga vita di esperienza, sofferenza, ecc. È già tanto che non indurisca. Egli impara a sopportare il disprezzo altrui e a non sopravvalutare se stesso.
Compie, in un certo senso, un’autopsia di se stesso prima di morire: e questa è l’arte.

Henry David Thoureau, Vita di uno scrittore
Immagine di Bob AuBuchon

Nella scrittura, pur partendo con le migliori intenzioni, capita di perdersi per strada e non dedicare all’esercizio il tempo necessario. Scrivere un diario potrebbe, quindi, essere un valido “stratagemma” per tenere allenate parole e immaginazione.
Nel nostro diario personale, infatti, parliamo di noi ma anche degli altri, senza temere giudizi, permettendoci voli pindarici ed esercizi di stile che, in altri frangenti, potremmo invece precluderci.
Quale migliore banco di prova, allora, per permetterci di provare e riprovare, scivolare, rialzarci e saltare in alto, sempre più in alto? 😉

Vagando per le strade, mi piace osservare certi passanti del tutto sconosciuti, studiare i loro visi ed indovinare chi sono, come vivono, di che cosa si occupano e che cosa li interessa particolarmente in quel dato momento. Per quanto riguarda l’artigiano col ragazzino, mi venne in mente allora che gli dovesse essere morta la moglie da non più di un mese e, chi sa perché, proprio di tisi. Il piccolo orfanello è sorvegliato intanto (dato che il padre lavora tutta la settimana in officina) da qualche vecchietta, nel sottosuolo dove essi hanno in affitto una cameruccia, o magari un angolo soltanto.

Dostoevskij, Diario di uno scrittore
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Tag: Last modified: 26 Settembre 2023