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Una rosa in dono

Una sera, mentre sedevamo tranquilli a filare, [Bapuji]* mi raccontò di un giovane disordinatissimo, che viveva da solo in un piccolo appartamento. Non faceva mai la pulizie né faceva mai ordine in casa, e tutto era coperto da uno strato di polvere. “Il lavabo era sempre ingombro di stoviglie sporche” precisò. “La torre di piatti arrivava fino al soffitto!” Il ragazzo era consapevole di vivere in un porcile, ma si sentiva al sicuro nel suo isolamento: poiché evitava accuratamente di invitare ospiti, nessuno avrebbe visto e giudicato.

Poi, al lavoro, conobbe una donna e si innamorò di lei. Cominciò a frequentarla, sempre invitandola fuori. Spesso andavano a passeggiare al parco e sedevano a chiacchierare sulla sponda del fiume. Un giorno lei colse una bellissima rosa rossa e gliela regalò.

Era un dono d’amore, e persino un uomo che si era ridotto a vivere nel più assoluto squallore comprese che andava custodito con rispetto. Portò la rosa a casa e, dopo aver frugato tra i piatti luridi, trovò un vaso, lo lavò, lo riempì di acqua fresca e ci infilò il fiore. Ora però gli serviva un posto decente per sistemare il vaso, così sgomberò il tavolo da pranzo. Il vaso stava bene là, ma sarebbe stato ancora meglio al centro di una stanza ordinata. Così lui spazzò la stanza e lucidò il pavimento. Poi lavò i piatti. E la reazione a catena proseguì finché l’interno appartamento fu lustro come uno specchio. Il dono della donna gli aveva suscitato il desiderio di vivere in un ambiente bello quanto la rosa. Quel piccolo atto d’amore gli aveva cambiato la vita.

Tratto dal libro Il dono della rabbia e altre lezioni di mio nonno Mahatma Gandhi di Arun Gandhi

*Bapuji: nonno (l’autore si riferisce a Gandhi)

Immagine di Jessica Lewis

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Tag: Last modified: 21 Marzo 2024