Scritto da Pensiero Distillato In Biblioteca L'Imbrattacarte

Fantasmi di Tiziano Terzani

Ci sono letture di cui non ci scordiamo più: una frase, un capitolo, un’emozione che si fissano in noi e riemergono anche a distanza di tempo. Di alcuni ne scriviamo per consigliarli, ma di altri ne scriviamo perché ancora ci raccontano qualcosa. E quel qualcosa non riusciamo più a tenercelo dentro.

Fantasmi raccoglie gli articoli scritti da Tiziano Terzani, in qualità di corrispondente in Cambogia, pubblicati tra il 1973 e il 1993 su vari quotidiani italiani e gli inediti in Italia del volume “Olocausto in Cambogia”.
È il viaggio di un uomo, non solo del giornalista che documenta uno dei capitoli più bui della storia asiatica. Un uomo che ha amato profondamente la Cambogia, la sua storia, il suo popolo e ne ha visto la distruzione per mano di quell’ideologia in cui lui stesso aveva riposto grandi speranze.
Angela Terzani Staude, moglie di Terzani, ne ha curato la pubblicazione e scritto la bellissima e appassionante introduzione.

Si parte con la guerra che divise in due in paese: i bombardamenti americani, la guerriglia interna dei khmer rossi, i profughi. I khmer rossi arrivarono a Phnon Penn nel gennaio del 1975 e dopo la loro conquista del paese non si saprà più nulla della Cambogia fino alla successiva guerra col Vietnam. Con l’invasione vietnamita, infatti, iniziarono a trapelare storie sulla ferocia dei khmer rossi a tal punto inenarrabili da suonare assurde e da essere inizialmente considerate propaganda per screditarli.

È in questo contesto che Tiziano Terzani si muoverà per il paese raccontandone le vicende e gli orrori. Un racconto che si basa sui fatti, dove ogni informazione viene verificata, anche quella più banale per poter offrire al lettore un contesto più ampio in cui collocare il paese: non solo il panorama politico e sociale, ma anche la quotidianità dove ogni cosa conta, anche i prezzi dei beni venduti al mercato.

In quegli anni, scrive Angela Terzani Staude:

i corrispondenti erano fuori tutto il giorno. Dopo la colazione del mattino intorno alla piscina dell’albergo partivano con l’interprete per cercar di capire la guerra i cui sviluppi rimanevano offuscati dai sentito dire, dalle continue e contraddittorie “informazioni segrete” di cui era difficilissimo stabilire la validità. C’era una bella libertà di stampa nell’America di allora”.

In quegli anni, i giornalisti non si facevano intimidire, andavano alla ricerca della notizia puntando alla verità.

Pol Pot

La figura di Pol Pot emerge solo col tempo, ma ciò di cui è artefice lascia una eco profonda e dolorosa sul suo popolo. Come dirà il dottor Hun Chhen Ly, parlando con Terzani: “Pol Pot era peggio di Hitler perché ha ucciso la propria gente”.
Fare una graduatoria su chi sia il peggiore in contesti come questo, forse non rende giustizia alle vittime, ma di certo fa riflettere l’implacabile barbarie che possa portare a eliminare i propri concittadini. Il nemico da cui ci si deve difendere non è là fuori da qualche parte, il nemico è dentro le mura e va stanato.

Pol Pot etichettava come nemico chiunque fosse portatore di cultura (o ne fosse anche solo sospettato) e non c’era miglior antidoto a questo “male” se non epurarlo.

La verità è scomoda per tutti, anche per chi non ha scrupoli. In un’intervista rilasciata a Terzani, Ieng Sary vice Primo ministro incaricato degli affari esteri sotto il potere dei khmer rossi, alla domanda di spiegazioni sui morti di cui si parlava si nasconde dietro a una risata e afferma: “Perché avremmo dovuto ammazzare tutta questa gente?”

I bambini

Eppure lo fecero. I più feroci delatori, si racconta, furono i bambini. Venivano addestrati ad essere spie, come racconta una testimone, forse per loro era un gioco. Le persone ne erano terrorizzate. Al termine del regime, quando arrivarono i vietnamiti, Terzani si stupiva di come le persone potessero sobbalzare alla vista di un loro simile, ma non facessero una piega di fronte alle fosse comuni. Una donna gli disse: “I vivi mi fanno più paura dei morti”.

Come racconta Terzani:

Per terrorizzare la popolazione, i khmer rossi si servivano di questi “uomini nuovi”, di questi bambini cresciuti senza mai venire esposti ai valori tradizionali del paese, senza avere un’idea del buddhismo, senza aver mai giocato se non al gioco reale della guerra e degli ammazzamenti. Una decina di questi giovani bastava a un comandante khmer rosso per tenere in pugno un villaggio di migliaia di persone.

Ma a cosa puntava realmente Pol Pot distruggendo un’intera classe sociale?

I khmer rossi non sono stati una aberrazione, sono i figli ideologici di Mao Zedong. Sono stati allevati e tenuti a battesimo in Cina; e in questo la Cina ha enormi responsabilità. Pechino sapeva e approvava.

[…]

La verità è che i khmer rossi sono il prodotto di una ideologia. Pol Pot non è un pazzo; quello che ha tentato di fare in Cambogia è la quintessenza di ciò che ogni rivoluzionario vorrebbe realizzare: una nuova società.

L’ideologia

L’ideologia, quindi, sembra aver guidato i khmer rossi nella loro guerra fratricida, quello che venne dopo, invece, sembra piuttosto manovrato dagli interessi politici: la riconciliazione senza giustizia, la posizione presa dalle grandi potenze che condannarono l’invasione del Vietnam e continuarono a riconoscere Pol Pot come unico rappresentante legittimo della Cambogia.

Terzani rimase fedele a se stesso, alla verità di cui era stato testimone e scelse di parlarne pubblicamente, anche nella speranza di aprire un dibattito politico. Ma nessuno si dimostrò alla sua altezza. Nessun altro osò mettere in dubbio l’ideologia, anzi gli voltarono tutti le spalle. Come rivela Angela Staude, Terzani si sentì dire da un viceministro in Cina: “Lei ha ragione a dire che abbiamo distrutto Pechino, ma non doveva scriverlo.”

Tutto qui. Certe verità, scomode forse, non vanno rivelate. Non si devono pronunciare ad alta voce perché se le pronunci ne pagherai il prezzo.
Terzani, però, non si tirò mai indietro. Anche quando finì per essere considerato a sua volta “uomo scomodo”, lui continuò a viaggiare e a raccontare ciò che più gli importava: i paesi e le sorti di quelle persone che gli riempivano il cuore.

Oggi ho deciso di riprendere in mano questo libro perché qualcosa mi diceva che non aveva esaurito la sua storia. Forse i fantasmi della Cambogia si sono acquietati, ma la brama di chi li ha destati è ancora tra di noi.

Informazioni sul libro

Titolo: Fantasmi
Autore: Tiziano Terzani
Editore: TEA
Pagine: 366

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Immagine in apertura di kolibri5

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Tag: , Last modified: 21 Gennaio 2024